Enterocele
Definizione | Causa | Sintomi | Diagnosi | Terapia | Rischio, Rapporti sessuali e Prolassi
Definizione
La definizione di enterocele (dal greco énteron = intestino e kele = ernia) rappresenta una condizione clinica che comprende l’erniazione del cavo del Douglas (o spazio retto-utero-vaginale nella donna, spazio retto-vescicale nell’uomo) contenente anse intestinali oppure omento al di sotto della linea pubo-coccigea a riposo (condizione più grave) o durante la defecazione.
Più precisamente si parla di enterocele o elitrocele se l’ansa erniata è parte dell’intestino tenue, sigmoidocele quando l’intestino erniato è rappresentato dal sigma ed infine - condizione più rara - peritoneocele quando ad erniare è l’omento o sacco peritoneale.
Causa
È una condizione che interessa prevalentemente o meglio, quasi esclusivamente, il sesso femminile: si può classificare in enterocele congenito (associato ad una eccessiva profondità del cavo del Douglas) o enterocele acquisito, ad esempio secondario ad isterectomia (asportazione dell’utero) o ad altra chirurgia pelvica con indebolimento delle fasce e dei legamenti del piano pelvico. Il cosiddetto enterocele congenito si osserva più frequentemente in giovani donne con storia di dimagramento o di disordini alimentari, spesso associato alla cosiddetta sindrome del perineo discendente (eccessivo abbassamento dei piani perineali); la forma acquisita, invece, è causata dalle modifiche anatomiche che si verificano dopo l’asportazione del corpo uterino, in particolare dalla inadeguata fissazione dei residui dei legamenti cardinali utero-sacrali.
L’enterocele può essere solo funzionale (cioè si verifica solamente in alcune fasi, come ad esempio la spinta della defecazione) e si verifica quando l’ansa intestinale scende al di sotto della linea pubo-coccigea e prontamente risale al cessare dello sforzo evacuativo; l’enterocele vero, per contro, è una condizione anatomica stabile e comprime la parete superiore dell’ampolla rettale disponendosi tra la vagina ed il retto.
Sintomi
L’enterocele vero molto spesso è causa di disturbi funzionali della defecazione impedendo lo svuotamento completo del retto per la compressione esercitata sulla parete anteriore del viscere, pressione aumentata dallo sforzo evacuativo che viene ulteriormente incrementata dalla pressione dalla muscolatura addominale (torchio addominale).
In alcuni casi l’enterocele può essere responsabile di rapporti sessuali dolorosi (dispareunia); in altri casi, quando è molto voluminoso ed arriva a protrudere dalla vagina, può comportare difficoltà nella deambulazione.
Diagnosi
Il corretto esame clinico spesso è sufficiente per una prima diagnosi: nella donna è indispensabile visitare la paziente in posizione prima eretta poi ginecologica e si perfeziona con la doppia esplorazione retto-vaginale eseguita a riposo e al ponzamento. Nell’uomo è difficile la valutazione clinica ed è necessario (al sospetto diagnostico) l’esecuzione degli esami strumentali.
Tra questi la defeco-RM con lo studio funzionale del retto e della pelvi (cinedefecoRM), rappresenta l’esame di prima scelta, esame con ottimale per la valutazione complessiva del quadro anatomico nonché della funzionalità del viscere nel corso della defecazione simulata.
Ruolo importante per la migliore definizione dell’enterocele anche la ecografia endocavitaria: la sonda inserita in vagina o nel retto consente di apprezzare le anse intestinali erniate con estrema semplicità e precisione.
Terapia
Si deve trattare solo l’enterocele sintomatico: la diagnosi di enterocele cosiddetta occasionale o incidentale (perfezionata nel corso di indagini per altre patologie) quando la malattia non è responsabile di alcun sintomo non impedisce la convivenza pacifica e molto spesso non crea complicanze.
Laddove invece i sintomi sono manifesti la terapia deve essere programmata al più presto.
La terapia si avvale di trattamenti conservativi, nelle fasi iniziali, ed è basata su una dieta personalizzata che prevede l’integrazione di fibre ed elevato apporto idrico per mantenere le feci morbide. Utile anche, in alcuni casi, l’impiego di olio di vaselina e di lassativi osmotici (macrogol). In caso di diagnosticata dissinergia addomino pelvica diviene importante la riabilitazione del pavimento pelvico. Nei casi più importanti e resistenti a terapia conservativa è indispensabile il ricorso all’intervento chirurgico (trans-anale, trans-vaginale, trans-addominale in caso di associato prolasso pluricompartimentale).
Rischio
L’unico rischio è l’ingravescenza (il peggioramento) dei sintomi e della manifestazione anatomica. Tradotto in termini più semplici l’enterocele può aumentare di dimensione ed i sintomi ad esso riconducibili peggiorano gradualmente. Ovviamente più l’enterocele aumenta di dimensioni più complessa sarà la terapia.
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Rapporti sessuali e prolassi
Molto spesso ci si domanda se il rapporto sessuale è controindicato in caso di prolasso rettale, di rettocele, cistocele, isterocele (prolasso uterino), emorroidi, ragadi anali. Altre volte il dubbio viene in merito al ruolo del rapporto sessuale nella genesi di un prolasso. Normalmente un rapporto vaginale “ordinario” non è controindicato né può essere considerato responsabile del prolasso, rettale, vescicale, uterino o vaginale; neanche di emorroidi o ragadi.
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Autore: Prof. Massimo MONGARDINI