Colpocele

Definizione | Causa | Sintomi | Diagnosi | Terapia | Rischio, Rapporti sessuali

Definizione

Il colpocele (dal greco kolpos = vagina e kele = ernia), definisce una patologia caratterizzata dal prolasso della parete vaginale (anteriore o posteriore) che tende a protrudere (fuoriuscire) all’esterno dell’orifizio vulvare. Talvolta può essere associato a prolasso dell’utero (isterocele) e o prolasso di vescica (cistocele) e o al rettocele.

Causa

Le cause del colpocele sono molteplici. La più frequente, è rappresentata dalle manovre del parto, in particolare se traumatiche e se condotte in donne non più giovanissime (> 30 anni) in maggior misura se si sono verificate difficoltà nella fase espulsiva. Il colpocele può presentarsi dopo asportazione dell’utero, in concomitanza di altre patologie della pelvi, più frequentemente il cistocele che trascina con sé la parete anteriore della vagina, ma anche il rettocele con l’associata dislocazione della parete posteriore. Anche il prolasso dell’utero (isterocele) può essere responsabile della dislocazione all’esterno delle pareti vaginali. Il colpocele più frequentemente colpisce donne oltre i 50 anni ma, talvolta, in particolare se presenti patologie del tessuto connettivo, anche le giovani che non hanno partorito.

Sintomi

Il colpocele può essere totalmente asintomatico ed essere diagnosticato solo “occasionalmente” durante una visita specialistica: in questo caso, se asintomatico, e se di piccole dimensioni, non si deve fare nulla. Talvolta il primo sintomo del colpocele è rappresentato da una tumefazione presente in vagina, anteriormente o posteriormente, e che aumenta di dimensioni nello sforzo evacuatorio (ponzamento) e/o nella stazione eretta. Normalmente il colpocele non causa dolore ma, talvolta, può comparire nel corso dei rapporti sessuali. I sintomi più rilevanti sono rappresentati da dolore gravativo (senso di pesantezza), in rapporto al grado di scivolamento, alterazioni dello svuotamento vescicale – se presente concomitante cistocele, dispareunia (rapporti sessuali dolorosi), in particolare se causato dal rettocele.

Diagnosi

La diagnosi di colpocele avviene con la visita specialistica ginecologica, urologica o proctologica se in concomitanza con altre patologie del pavimento pelvico. È sempre utile perfezionarla con la RM (risonanza magnetica) della pelvi che consente di valutare un possibile coinvolgimento degli organi distrettualmente limitrofi (vagina/utero, retto, grande e piccolo intestino).

Terapia

Il colpocele si deve trattare solo se sintomatico, in particolare se associato ad un prolasso pelvico (cistocele, prolasso rettale, rettocele, isterocele), ovviamente trattando in via preventiva le patologie che lo hanno generato. Può essere necessario trattare chirurgicamente il colpocele se residuato da altra terapia chirurgica di correzione di un prolasso associato (ad esempio dopo una sospensione degli organi pelvici per prolasso eseguita per via addominale, senza associata correzione perineale o vaginale): in questo caso l’intervento indicato si definisce colpoperineoplastica che si realizza per via transvaginale e consente di asportare la parte di parete vaginale in esubero.

Rischio

Il rischio possibile, trascurando un colpocele senza implicazioni di altri visceri, è minimo e consiste nel peggioramento dei sintomi. Qualche volta può essere responsabile di dispareunia (raporti sessuali dolorosi).

Rapporti sessuali e prolasso

Molto spesso ci si domanda se il rapporto sessuale è controindicato in caso di prolasso rettale, di rettocele, cistocele, isterocele (prolasso uterino), emorroidi, ragadi anali. Altre volte il dubbio viene in merito al ruolo del rapporto sessuale nella genesi di un prolasso. Normalmente un rapporto vaginale “ordinario” non è controindicato né può essere considerato responsabile del prolasso rettale, prolasso vescicale, prolasso uterino o prolasso vaginale; neanche di emorroidi o ragadi.

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Autore: Prof. Massimo MONGARDINI